L’entroterra veneziano vanta una rete di 12 forti che prende il nome di Campo Trincerato di Mestre. Queste strutture nascono per integrare l’antico sistema difensivo ideato dalla Serenissima fin dal Trecento, che aveva lo scopo di arginare le minacce provenienti dal mare.

Ma con la caduta della Repubblica di Venezia nel 1797, il territorio passa sotto il controllo degli austriaci, e le priorità difensive cambiano: a destare timore è un’eventuale invasione francese via terra. Così prendono avvio i lavori per la Fortezza di Marghera. I francesi torneranno comunque a dominare il territorio (1806-1815), proseguendo la costruzione del forte, fino a quando gli austriaci non riotterranno il controllo.

Con il passaggio al Regno d’Italia, nasce l’esigenza di rinforzare le difese intorno alla fortezza di Marghera, portando alla costruzione della rete di forti che compongono il Campo Trincerato di Mestre, a partire dal 1883.

Il nostro itinerario tocca alcune di queste strutture, che pure presentano stili costruttivi diversi. I cosiddetti forti di “prima generazione” (Forte Carpenedo, Forte Tron e Forte Gazzera) sono forti di tipo prussiano o Tunkler, ovvero strutture poligonali pensate per mimetizzarsi nell’ambiente, e perciò inserite in un contesto naturalistico che oggi è ancora molto simile a quello originale.

Alle soglie della Prima guerra mondiale, però, questa concezione appare ormai superata a causa del potenziamento delle artiglierie. Infatti, gli altri forti del Campo Trincerato inclusi in questo itinerario (Forte Mezzacapo e Forte Poerio) sono strutture molto diverse, in un certo senso più compatte: bassi edifici in calcestruzzo, originariamente circondati da un fossato.

L’itinerario si chiude idealmente con la visita a una delle fortezze più antiche, Forte San Felice (Chioggia), nata sull’acqua ai tempi della Serenissima.

I Forti sono oggi collegati da una serie di piste ciclabili che attraversano il paesaggio lagunare, tra boschi, parchi e canali. Queste antiche strutture, in parte visitabili, sono gestite da fondazioni e volontari che talvolta organizzano eventi e visite guidate.

Punto di partenza ideale è Forte Marghera: costituisce il baricentro del Campo Trincerato di Mestre, ed è lo snodo di tutta la viabilità che collega Mestre a Venezia e alla laguna. Per questo è facile da raggiungere.

La fortezza oggi è gestita dalla Fondazione Forte Marghera, creata dal Comune di Venezia. È un parco pubblico che accoglie associazioni e produzioni culturali, un borgo antico animato dalle attività della Biennale di Venezia e altre istituzioni. Non mancano alcuni ristoranti dove assaporare piatti ispirati ai sapori e alle tradizioni del territorio.

Il tragitto prosegue lungo una bellissima ciclabile immersa nel verde, che si trasforma presto in un sentiero largo in aperta campagna. Da qui si può raggiungere Forte Carpenedo, parte del nucleo originario del Campo Trincerato di Mestre e forse quello meglio conservato. È un forte di tipo prussiano, pensato per adattarsi all’ambiente esterno e mimetizzarsi con esso, soprattutto nella parte anteriore.

Si accede dal lato posteriore, quello che non aveva bisogno di nascondersi al nemico: attraverserete un ponte (all’epoca ponte levatoio) che passa sotto un portale grande e celebrativo: una visione affascinante, ed elemento comune a tutti i forti di questo tipo. I diversi ambienti si affacciano su un unico “corridoio” lungo 350 metri che percorre tutta la struttura.

Quando il forte è visitabile, non perdetevi la visita guidata: un vero tuffo nel passato, con i locali e le ambientazioni ricostruiti nei minimi dettagli.

Lungo il sentiero che circonda il Forte Carpenedo, è possibile fare sorprendenti incontri naturalistici. In particolare, l’avifauna è molto ricca, soprattutto durante le migrazioni di primavera e autunno.

La pedalata continua attraverso il verde e tranquillo Bosco di Mestre avvicinandosi al Bosco di Carpenedo per poi proseguire in direzione Forte Gazzera e Forte Mezzacapo.

Forte Mezzacapo è uno dei forti novecenteschi del Campo Trincerato (1911).

Oggi è un luogo molto animato, spesso teatro di feste ed eventi. Ospita anche un museo e la Ronda dell’arte, un chilometro di installazioni e sculture che costituisce una splendida passeggiata.

Poco lontano sorge Forte Gazzera, il più antico dei tre forti gemelli di Carpenedo.

Vanta una bella area pic-nic molto frequentata, e organizza eventi perlopiù locali (per informazioni e prenotazioni Associazione Forte Gazzera 1883 APS).

Il percorso vira poi verso sud, fino a raggiungere la suggestiva area della Riviera del Brenta.

A Forte Tron, la natura ha preso il sopravvento, regalando al luogo un fascino selvatico. L’area è diventata un’oasi di protezione faunistica; potete esplorare le antiche postazioni in calcestruzzo dove spuntano gli arbusti, aggirarvi tra le antiche sale corrose dal tempo, scoprire scorci naturalistici di rara bellezza.

Forte Poerio, a Oriago di Mira, invece, è perfetto per una sosta con i bambini: ha un parco ben tenuto, con strutture ludiche, zone barbecue e picnic. L’interno non è visitabile.

L’itinerario si conclude con un lungo giro verso Chioggia.

Per approfondire possibili deviazioni in questa zona, molto suggestiva dal punto di vista naturalistico, potete consultare la seconda parte dell’itinerario Laguna e barene, Fusina, Giare e Laguna del Lusenzo o combinare il tour dei forti con questo itinerario, che vi consigliamo di concludere con la visita alla Batteria di Forte San Felice e al Forte San Felice, nel porto di Chioggia.

Qui il paesaggio cambia: la fortezza, circondata dal mare, è collegata alla terraferma da un terrapieno. San Felice ha origini più antiche rispetto ai forti austriaci di stampo prussiano: costruita tra Trecento e Settecento, fa parte dei forti voluti dalla Serenissima per difendere la città dal mare.

Vista dall’alto, l’isola ricorda una stella a cinque punte: una forma strategica che le permetteva di controllare sia il mare sia la laguna, e di proteggersi dalle mareggiate.

Bosco di Carpenedo

Itinerari che passano per Bosco di Carpenedo

Forti fortissimi, soldati di pietra tra terra e acqua