La Fondazione Musei Civici di Venezia è parte con due esposizioni di Klimt vs Klimt, il nuovo hub interattivo di Google Arts & Culture che omaggia il grande artista viennese e include oltre 30 istituzioni culturali internazionali, fra le quali la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro.
Solo tre musei italiani ospitano un'opera di Gustav Klimt, e la Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro è uno di questi.
La Giuditta II fu acquistata dal Comune di Venezia centoundici anni fa, era parte dell'allestimento della personale di Klimt alla IX Esposizione Internazionale d'Arte nel 1910 e rappresenta il passaggio dell'artista, tra i fondatori della Secessione viennese, dal periodo "aureo" a quello più maturo. Al primo appartiene Le tre età della donna, dipinto nel 1905 e conservato nella Galleria Nazionale a Roma, al secondo il Ritratto di signora del 1916/17 scomparso e recentemente ricomparso nella Galleria Ricci-Oddi a Piacenza.
Gustav Klimt è senza dubbio, uno dei più celebri e iconici artisti del mondo. Klimt vs. Klimt - The Man of Contradictions è il nuovo hub online per l’arte, la vita e l’eredità di Klimt, casa digitale di oltre 120 mostre virtuali, con più di 700 immagini fra dipinti, disegni, stampe, documenti e fotografie d’archivio. Per scoprire le opere create da Klimt nel cosiddetto “periodo d’oro” e il mistero delle opere di Klimt bruciate, e visitare uno dei 20 tour virtuali tra i luoghi chiave della vita di Klimt, incluso il suo ultimo atelier.
La prima esposizione in Google Arts & Culture dedicata alla Giuditta II, Venezia 1900, racconta la storia dell'opera dalla sua origine all'arrivo nella Galleria Internazionale d'Arte Moderna di Ca' Pesaro, la seconda, Up Close With Klimt's Judith II, ne mostra tutti i dettagli, anche grazie a Google Art Camera, che rende possibile catturare le opere in altissima risoluzione, zoomando nelle pennellate e scovando dettagli altrimenti invisibili.
Dai pannelli di sala (virtuale): " Il tema della Giuditta è uno dei più persistenti miti archetipali dell’intera produzione occidentale [...] La tradizione artistica e l’importanza del tema dovevano essere ben presenti al maestro viennese se per ben due volte egli ritorna sullo stesso soggetto, la prima nel 1901 con Giuditta I (oggi conservata al Belvedere di Vienna), e poi nel 1909, con il capolavoro esposto alla Biennale. Tra le due versioni, com’è stato sottolineato dalla critica, sembra sia passato tutto l’incanto della Secessione e sia arrivata, incombente e rovinosa, la danza macabra della Apocalypse Joyeuse che di lì a breve travolgerà le speranze del mondo occidentale".
Della Giuditta, o Salomè, sono mostrati e spiegati i dettagli, i colori e i contrasti: "Mentre in "Judith I" Klimt ha raffigurato l'eroina di fronte, guardando l'osservatore, per la seconda versione ha scelto di mostrare Judith di lato. [...] Klimt sembra fare riferimento alla Danza di Salomè in quanto raffigura chiaramente Giuditta in una posa protesa in avanti, come se stesse ballando. [...] Klimt crea anche un forte senso di inquietudine e dinamismo per l'abbondanza di abbellimenti, le forme molto diverse e i colori contrastanti nelle fantasie sull'abito di Judith e sui suoi gioielli. [...] Lo sfondo rosso-arancio aggiunge nuove sfumature, non utilizzate altrove, alla già ricca tavolozza di colori che adornano questo dipinto e migliora ulteriormente l'impressione generale di splendore esotico e orientale" [testi tratti dal catalogo della mostra Attorno a Klimt. Giuditta, eroismo e seduzione a cura di Gabriella Belli e Elisabetta Barisoni, organizzata dalla Fondazione Musei Civici al Centro Candiani di Mestre nel 2016/2017]
Diverse sono le collaborazioni avviate negli anni fra la la Fondazione Musei Civici di Venezia e il Google Cultural Institute. In Google Arts & Culture sono consultabili on line con diverse funzioni (approfondimenti in gallerie virtuali, tour nei musei con gmaps, visione al minimo dettaglio e realtà aumentata) la sezione della stessa Ca' Pesaro ➽ del Museo Correr ➽ del Museo del Vetro di Murano ➽ del Museo del Settecento Veneziano di Ca' Rezzonico ➽ del Museo di Palazzo Mocenigo ➽ di Palazzo Fortuny ➽ e naturalmente di Palazzo Ducale ➽
I Musei veneziani formano così tutti insieme, oltre a un sistema territoriale, una piattaforma online attraverso la quale il pubblico di tutto il mondo può accedere a immagini ad alta risoluzione delle opere d’arte parte delle collezioni, in un processo che permette anche di democratizzare l’accesso alla cultura e promuovere la sua conservazione per le generazioni future.
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