Uzbekistan: l'Avanguardia nel deserto
La forma e il simbolo
La mostra "Uzbekistan: l'Avanguardia nel deserto" svela al pubblico italiano e internazionale una pagina di storia artistica poco conosciuta della prima metà del XX sec., presentando oltre 100 opere provenienti dal Museo di Tashkent e da quello di Nukus, da tempo definito come il "Louvre del deserto".
Curata da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, la mostra evidenzia la connessione tra l'Avanguardia russa e l'arte dell'Asia Centrale. Il sottotitolo della mostra è “la forma e il simbolo” e rinvia alle influenze reciproche che si stabiliscono tra la cultura del Centro Asia e l’Avanguardia storica russa: una selezione di straordinaria qualità, mai in precedenza inviati fuori dei confini dell’Uzbekistan, tra cui 4 opere di Kandinskij (due olii e due disegni su carta): Lentulov, Maškov, Popova, Rodčenko, Rozanova, sono solo alcuni dei protagonisti dello scenario proposto. A queste si aggiunge un’ampia selezione di opere dell’Avanguardia Orientalis. Sono l’esito di un dialogo culturale e artistico profondissimo tra le secolari tradizioni delle sete sfavillanti e la raffinata palette delle decorazioni architettoniche e l’esigenza non più rinviabile di un codice pittorico nuovo, mai in precedenza sperimentato nell’Oriente islamico.
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