Una serata dedicata ai giovani talenti del jazz italiano, nati dal premio nazionale “Tomorrow’s Jazz” ideato e promosso da Veneto Jazz in collaborazione con il Ministero della Cultura. Giovane talento del pianoforte, Manuel Magrini proviene da una famiglia di musicisti. Inizia i primi studi classici nella scuola di musica del paese dove vive. Entra al conservatorio “F. Morlacchi” di Perugia studiando con la professoressa Maria Gabriella Rivelli e successivamente con il professor Stefano Ragni. Si interessa presto alla musica jazz e inizia a studiarla ed approfondirla seguito dal maestro Ramberto Ciammarughi. Scopre il fascino della composizione già da bambino e incide due cd di proprie composizioni: “Latte e Musica” (2004) e “Datemi un metronomo che mi misuro la febbre” (2005). Ha suonato in rassegne importanti della scena jazz italiana come il Festival di Villa Celimontana, la Casa del Jazz di Roma e il Bologna Jazz Festival ed ha partecipato come solista a concorsi di musica classica come: Il 2° Concorso Nazionale Città di Cannara (1°premio); Il 6°Concorso Nazionale di Esecuzione Musicale Riviera Etrusca di Piombino (3°premio); Il 2° concorso pianistico nazionale Lia Tortora di Latina (3°posto). In ambito jazz vince il 1°premio (e un concerto nel festival “Classicoperajazz”) del concorso musicale Città di Assisi, il 1°premio al IV Concorso Nazionale Nuovi Talenti jazz di Treviglio (collegato con Bergamo Jazz) e il 3° premio al concorso JazzUp di Viterbo. Vince il premio come miglior solista e come miglior gruppo con il Manuel Magrini trio al 1°Premio Fara Music Jazz Live. In ambito Pop: vince il concorso Rai Demo 2010 (condotto da Michel Pergolani e Renato Marengo tenutosi a Lamezia Terme) come strumentista e coarrangiatore nel gruppo di Tom Bangura. Manuel ha già collaborato con musicisti storici della musica italiana e jazzisti famosi come Ares Tavolazzi, Ellade Bandini, Fabio Zeppetella e John Arnold.
Across the lines è il nuovo progetto con un quartetto internazionale del trombonista e tubista franco- italiano Andrea Glockner assieme al pianista, tastierista italo-dominicano Santiago Fernandez, la bassista italiana Silvia Bolognesi e il batterista italo-svizzero Alessandro Alarcon.
Le linee che si attraversano possono essere considerate come delle frontiere. La frontiera è una demarcazione tra due luoghi o paesi e separa le popolazioni, le loro culture, lingue, tradizioni rinforzando dunque il sentimento di appartenenza. Alcune sono naturali con un fiume o delle montagne, altre purtroppo sono state decise e segnate su una mappa con una semplice penna senza prendere in considerazione la situazione geografica e le popolazioni con le loro tradizioni che si sono ritrovate ingiustamente in paesi con un modo di vivere, pensare diverso dal loro.
Una persona può anche ritrovarsi in mezzo a queste frontiere, un piede in ogni paese, e avere diverse culture, lingue e modi di vivere. Un fenomeno che si può anche ritrovare in uno stesso paese come la Svizzera con 3 lingue, abitudine, culture e per conseguenza atteggiamenti diversi.
Le frontiere sono anche presenti nel mondo della musica quando si creano etichette diverse come jazz moderno o tradizionale, pop, rock, neo soul… Se fosse solo un riferimento andrebbe bene, purtroppo alcuni artisti sono stati rinchiusi in queste categorie rendendo difficile i collegamenti.
La musica dell’ Andrea Glockner Quartet è basata sul passato dei musicisti, le loro esperienze personali e quello che hanno da dire. Un jazz, tra tradizione et modernità, influenzato da altre musiche come il rock e il funk per l’energia, l’improvvisazione libera ma anche l’hip hop per la sua fluidità e leggerezza.
Date:
Thursday, November 16, 2023
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Price:
Paid admission
h 19.30 - Sale Apollinee