Le sue origini risalgono al Trecento, quando accoglieva il Podestà e i Provveditori, figure di rilievo nell’amministrazione della città all’epoca in cui Mestre faceva parte dei domini di terraferma sottoposti all'autorità di Treviso.

Nel corso dei secoli, il palazzo ha subito importanti trasformazioni architettoniche, in particolare nel Cinquecento e poi nel Novecento, che ne hanno modellato l’aspetto odierno. La struttura in laterizio, arricchita da inserti in pietra d’Istria, si distingue per il porticato a due archi su via Torre Belfredo e la suggestiva scala esterna affacciata su via Palazzo.

Sull’architrave della porta d'ingresso al secondo piano si legge l’iscrizione latina “Consilium Civilium”, a memoria dell’istituzione, nel 1452, del Consiglio cittadino di Mestre, che proprio qui aveva la sua sede, presieduto dal Podestà.

Un dettaglio storico di rilievo spicca su una colonna in pietra d’Istria recante la scritta “MEN PASSUS VENETI MOLENDINOR 1586” ovvero mensura passus veneti molendinorum, che indicava l’unità di misura utilizzata per calcolare la quantità di merci destinate alla macinazione.

Oggi il piano terra del palazzo ospita mostre ed esposizioni temporanee, mentre il piano superiore, impreziosito da un ampio camino e da un affresco a soffitto raffigurante L’Apoteosi di Mestre del pittore mestrino Giuseppe Urbani de Gheltof, è destinato alla celebrazione dei matrimoni civili.

Palazzo della Provvederia