Il MUNAV - Museo Storico Navale di Venezia presenta dal 16 settembre la mostra Chiave Terrestre dell’artista Giulia Piscitelli (Napoli, 1965), curata da Stefano Chiodi e organizzata da D’Uva, prima tappa di un nuovo percorso che intreccia i contenuti tematici e storici del mare con le sperimentazioni d’arte contemporanea, aprendo “nuove finestre” sul senso del viaggio, dell’incontro e della memoria.

La scelta di invitare un’artista come Giulia Piscitelli in un luogo simbolico così denso di storia è legata alla sua attitudine al dialogo: le sue opere scandagliano il senso della navigazione come esperienza spirituale, del pericolo come soglia e del ritorno come promessa di salvezza, senza alterare né sovrastare l’esistente, bensì amplificandone la potenza narrativa.

Il Museo

Il Museo Storico Navale, istituito nel 1923 e di proprietà del Ministero della Difesa, è gestito dalla Marina Militare ed è parte del circuito dei musei militari affidati a Difesa Servizi che ne cura la valorizzazione.
Si sviluppa su cinque piani, per un totale di 42 sale e circa 6.000 metri quadrati espositivi, ed è custode della storia della Repubblica Serenissima, della marineria veneziana e della Marina Militare.
L’evento culturale Chiave Terrestre rientra nel progetto di valorizzazione del museo promosso da D’Uva, l’azienda concessionaria che da oltre un anno ne cura la gestione per conto di Difesa Servizi.

La mostra

Nell’architettura storica del Museo – cinque piani tra modelli navali, sezioni dedicate alla marineria, mirabilia e antichi ex-voto – l’artista inserisce interventi puntuali e discreti.

Il titolo della mostra – Chiave terrestre – è un’espressione napoletana che indicava tradizionalmente il rubinetto generale dell’acqua di un palazzo. Piscitelli trasforma l’antico modo di dire in metafora del nostro rapporto con il pianeta: acqua e terra come poli inseparabili, da cui dipendono migrazioni, nutrimento, conflitti, salvezza. La “chiave terrestre” diventa così un emblema per rileggere la lunga storia del rapporto tra la civiltà umana e il mare attraverso oltre 45 opere disseminate negli ambienti carichi di memorie del Museo.

Opere in evidenza

Una Nuvola Come Tappeto (2019): inginocchiatoi rivestiti di tappeti da preghiera islamici. Il sincretismo è esplicito: mobili liturgici cattolici tinti dei colori di tappeti industriali dei bazar multietnici di Napoli. Il titolo deriva dal Salmo 105 nella traduzione di Erri De Luca e allude alla protezione divina durante l’Esodo.
Pitture mute: piccole tele anonime, scene bucoliche ricoperte da foglia d’argento. Il metallo vela e rivela il dipinto sottostante, trasformando la pittura in rilievo tattile e specchio delle tavolette votive del museo.
Mappe: carte nautiche con aureole in foglia d’oro derivate da tavole tre-quattrocentesche (es. Corpus Christi Ponitur in Sepulchro, 2022). Sottratti i santi, restano ellissi dorate tra linee di costa e rotte marine.
Arazzi (Vela latina, 2015; Firma, 2015): immagini ottenute scolorendo il velluto con la candeggina. Sagome di vele, compassi, attrezzi nautici come negativi fotografici, icone dell’impronta e della rotta.
Planeta (2018): paramento liturgico in kevlar ricavato da un giubbotto antiproiettile, dove il giallo oro delle fibre svela l’ambivalenza fra guerra e rito.
BRICST (2013): video in cui sventola ininterrottamente la bandiera rossa di pericolo.
Altre opere: La mia casa (1970-2025), Il braccio di Maria (2015), Borraccia futurista (2020).

Viaggio, salvezza, tecnica, volontà di conquista e consapevolezza del limite si intrecciano in un percorso aperto e sorprendente. Fra disincanto e slancio rigenerativo, le opere di Giulia Piscitelli scuotono l’inerzia dello spettatore, ricordando la caparbia persistenza delle cose e l’illusione della durata, mentre l’acqua – prima e ultima frontiera dell’umanità – resta la chiave da cui dipende il nostro futuro comune.

Scopri di più sul sito ufficiale del MUNAV

Giulia Piscitelli - Chiave terrestre

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