Il Giappone in mostra rappresenta un’istantanea della situazione corrente, un paese dove meraviglia e contraddizione si scontrano e rincorrono quotidianamente.
Per raccontarlo Yamanote-sen realizza una scansione degli spazi più emblematici così da decifrarne le differenti anime riportate poi in mostra: la densa foresta cementificata di Tokyo, la natura costruita e manipolata dei giardini zen, il mercato del pesce Tsukiji che rifornisce di materie prime i maestri del sushi, i ciliegi in fiore senza frutti, l’ipertecnologico otaku e il perfezionismo manuale ricercato dall’artigiano, i luoghi del reale e del virtuale.
Si ricercano le connessioni fra spazi che si conoscono per la prima volta e che vengono affiancati a pochi centimetri di distanza sulla parete. Partendo da questo metodo di lettura la mostra si struttura attorno a una serie di composizioni che alternano riti millenari e spazi effimeri archiviati in forma di dittici e trittici. Una successione di immagini senza una costrizione tematica ma dove i nuovi legami creati dai dittici usano l’ironia, la somiglianza nei comportamenti dislocati in luoghi differenti o le atmosfere simili ritrovate fra masse vegetali e spazi architettonici.
Il dittico non ricerca la contemplazione nella fotografia ma rilancia ogni volta una narrazione diversa; in ognuno di essi lo spettatore può immaginare e costruire le proprie ipotesi senza che vi sia già una soluzione predefinita. Un relativismo visivo dove tutto è il contrario di tutto.
Il termine Yamanote-sen si riferisce alla principale linea ferroviaria di Tokyo, la più frequentata al mondo e percorre in circa un’ora un loop di 34, 5 chilometri attraversando i quartieri principali e trasportando 4 milioni di persone al giorno. Il treno nel suo tragitto disegna uno strano cerchio che nell’immaginario giapponese simboleggia la mano di Budda che protegge il cuore della città e letteralmente Yamanote significa appunto la mano della montagna, sen linea.
In una metropoli senza limiti urbani, il termine Yamanote-sen indica un segno fisico rappresentato dal treno e dalla successione di paesaggi che attraversa. Testi, immagini, mappe urbane e illustrazioni sono gli strumenti di navigazione che consentono di districarci nel denso magma di simboli e paradossi.
Alice Covatta
sala espositiva Paolo Costantini terzo piano
ingresso libero
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Centro Culturale Candiani
dal 30 settembre al 16 ottobre
dal mercoledì alla domenica dalle ore 16.00 alle ore 20.00
aperture straordinarie 30 settembre, 1 e 2 ottobre
dalle ore 10.00 alle ore 19.00
inaugurazione
giovedì 29 settembre, ore 18.00