“La pittura ha sempre un piede nell’architettura, un piede nel sogno.” Roberto Sebastián Antonio Matta Echaurren (Santiago del Cile, 1911 – Civitavecchia, 2002) è uno degli artisti più importanti del XX secolo, ma ha ricevuto sorprendentemente pochi riconoscimenti.
Prendendo spunto da due straordinari capolavori dell’artista conservati a Ca’ Pesaro, la mostra si propone di illustrare le sue capacità come pittore, ma intende anche rivelare la portata del suo lavoro e del suo pensiero. Matta era un fervido pittore e disegnatore, ma lavorava anche con altri materiali diversi, tra cui argilla, legno e metallo. Inizialmente studiò architettura nel nativo Cile, entrando poi a far parte dell’atelier di Le Corbusier a Parigi, e gli piaceva definirsi un architetto. Uno dei suoi ultimi progetti è stata la costruzione di una casa su palafitte realizzata con le scocche delle Fiat 500. Attraverso i suoi dipinti Matta ha esplorato ed espresso la più straordinaria gamma di idee e modalità di conoscenza, scientifica, culturale e filosofica. Era anche un artista profondamente politico, rifiutando decisamente il realismo socialista e difendendo costantemente i diritti democratici e umanitari. I suoi dipinti non sono solo di grande importanza storica, ma parlano anche ad artisti contemporanei più giovani, per numerosi motivi. Mostra una forte adesione al Surrealismo che, attraverso l’automatismo, gli dà la libertà di sviluppare un suo linguaggio visivo molto particolare. Insieme all’amico Gordon Onslow- Ford sarà l’ultimo esponente del Surrealismo prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, accolto favorevolmente da André Breton per avere rivitalizzato quel movimento.
Negli anni Quaranta esercita un’influenza cruciale sugli espressionisti astratti americani, pur senza farsi coinvolgere nella querelle fra astrazione e figurazione; anche per questo rimane uno degli artisti più rilevanti del nostro tempo, in cui la linea di confine tra queste categorie viene costantemente trasgredita. “Credo che prima di ogni altra cosa abbiamo bisogno di un’immagine della società, un’immagine dell’economia, che ci aiuti a vedere dove siamo. Così come abbiamo bisogno di fare riferimento alle mappe per localizzarci nello spazio, dobbiamo trovare un modo per rappresentare la nostra posizione nella storia…” (intervista a Matta, 1984). C’è stata una sola mostra importante dedicata a Matta in questo secolo, tenuta ad Amburgo nel 2012-2013, dopo la grande retrospettiva del 1985 al Centre Pompidou, curata da William Rubin e Dominique Bozo. La mostra in programma a Ca’ Pesaro affronta diversi temi che permettono di esplorare la molteplicità e la profondità della produzione di dipinti, disegni e sculture di Matta secondo la sua poliedrica creatività che va dall’architettura alla scienza, dalla letteratura alla linguistica, dai temi politici alla matematica, dall’umorismo all’erotismo. La mostra è visitabile dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025, con l’orario e il biglietto del Museo.
Prendendo spunto da due straordinari capolavori dell’artista conservati a Ca’ Pesaro, la mostra si propone di illustrare le sue capacità come pittore, ma intende anche rivelare la portata del suo lavoro e del suo pensiero. Matta era un fervido pittore e disegnatore, ma lavorava anche con altri materiali diversi, tra cui argilla, legno e metallo. Inizialmente studiò architettura nel nativo Cile, entrando poi a far parte dell’atelier di Le Corbusier a Parigi, e gli piaceva definirsi un architetto. Uno dei suoi ultimi progetti è stata la costruzione di una casa su palafitte realizzata con le scocche delle Fiat 500. Attraverso i suoi dipinti Matta ha esplorato ed espresso la più straordinaria gamma di idee e modalità di conoscenza, scientifica, culturale e filosofica. Era anche un artista profondamente politico, rifiutando decisamente il realismo socialista e difendendo costantemente i diritti democratici e umanitari. I suoi dipinti non sono solo di grande importanza storica, ma parlano anche ad artisti contemporanei più giovani, per numerosi motivi. Mostra una forte adesione al Surrealismo che, attraverso l’automatismo, gli dà la libertà di sviluppare un suo linguaggio visivo molto particolare. Insieme all’amico Gordon Onslow- Ford sarà l’ultimo esponente del Surrealismo prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, accolto favorevolmente da André Breton per avere rivitalizzato quel movimento.
Negli anni Quaranta esercita un’influenza cruciale sugli espressionisti astratti americani, pur senza farsi coinvolgere nella querelle fra astrazione e figurazione; anche per questo rimane uno degli artisti più rilevanti del nostro tempo, in cui la linea di confine tra queste categorie viene costantemente trasgredita. “Credo che prima di ogni altra cosa abbiamo bisogno di un’immagine della società, un’immagine dell’economia, che ci aiuti a vedere dove siamo. Così come abbiamo bisogno di fare riferimento alle mappe per localizzarci nello spazio, dobbiamo trovare un modo per rappresentare la nostra posizione nella storia…” (intervista a Matta, 1984). C’è stata una sola mostra importante dedicata a Matta in questo secolo, tenuta ad Amburgo nel 2012-2013, dopo la grande retrospettiva del 1985 al Centre Pompidou, curata da William Rubin e Dominique Bozo. La mostra in programma a Ca’ Pesaro affronta diversi temi che permettono di esplorare la molteplicità e la profondità della produzione di dipinti, disegni e sculture di Matta secondo la sua poliedrica creatività che va dall’architettura alla scienza, dalla letteratura alla linguistica, dai temi politici alla matematica, dall’umorismo all’erotismo. La mostra è visitabile dal 25 ottobre 2024 al 23 marzo 2025, con l’orario e il biglietto del Museo.
A cura di Norman Rosenthal, Dawn Ades, Elisabetta Barisoni
Con la collaborazione di Archivio Matta
Date:
Friday, October 25, 2024 to Sunday, March 23, 2025
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Price:
Paid admission